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Il cimitero comunale di Viareggio fu aperto alle inumazioni nel 1876. Nato come cimitero suburbano è oggi totalmente inglobato nel tessuto urbanistico cittadino. Il progetto architettonico originario – caratterizzato da un preciso richiamo allo stile neogotico – si deve all’ingegnere Angelo Giambastiani. La parte più antica è costituita dalla Galleria San Michele – appositamente adibita alle sepolture monumentali – e dalla chiesa, edificata intorno al 1880. Nella Galleria San Michele e sui cosiddetti “posti distinti” lungo i viali all’aperto sono collocate numerose e importanti opere marmoree, statuarie e d’ornato, realizzate prevalentemente da scultori e laboratori di Pietrasanta, Querceta, Seravezza e Carrara, che costituiscono nel loro insieme un nucleo di notevole valore documentario per la storia della lavorazione artistica del marmo nel territorio apuo-versiliese tra Ottocento e Novecento. Il viale delle cappelle gentilizie, inaugurato nel 1893 dalla sontuosa cappella Nelli, propone una serie di testimonianze esemplari, in ambito funerario, dell’incontro tra eclettismo e modernismo che contrassegnò lo sviluppo architettonico della città di Viareggio tra gli ultimi anni dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento. Un patrimonio storico-artistico di grande importanza, scarsamente conosciuto dagli stessi viareggini e di conseguenza poco apprezzato, soggetto a furti e a manomissioni di ogni genere (talvolta irrimediabili come la sbiancatura selvaggia delle superfici marmoree dei monumenti). Non sono mancate negli ultimi anni significative iniziative di valorizzazione come la pubblicazione nel 2000 del volume Il cimitero comunale di Viareggio. Storia, arte, tradizione da parte della sezione viareggina dell’Istituto Storico Lucchese e una campagna di catalogazione da parte della Soprintendenza (alcuni monumenti catalogati sono stati però egualmente intaccati e uno di essi, un delizioso putto orante scolpito dallo scultore Alberto Bertilotti nel 1921 è stato trafugato). Ma resta ancora da acquisire la consapevolezza che il cimitero monumentale rientra a pieno titolo nella grande stagione della Viareggio eclettica, liberty e déco vista non solo come mera retrospettiva del passato, ma come momento paradigmatico della storia sociale e culturale della città (basterebbe soltanto ricordare il ricchissimo corpus di tradizioni orali sorte intorno alla statua funeraria della Bimba che aspetta scolpita dallo scultore carrarese Ferdinando Marchetti nel 1895) e quindi necessariamente da salvaguardare e da tramandare alle nuove generazioni.